Non di solo pane…
L’uomo non vive di solo pane, ma di bellezza e d’armonia, di verità e di bontà, di lavoro e di svago, di affetto e di amicizia, di aspirazioni e di preghiere.
Non di solo pane, ma dello splendore del firmamento notturno, della gloria del cielo all’alba, della fusione dei colori al tramonto, della leggiadria degli alberi di magnolia, della magnificenza delle montagne.
Non di solo pane, ma della maestà delle onde del mare, dello scintillio della luna sulle acque calme di un lago, dell’argenteo balenio d’un torrente montano, dello squisito disegno dei cristalli di neve, dei capolavori dell’arte.
Non di solo pane, ma del dolce canto del tordo, dello stormire degli alberi al vento, della magia di un violino, della sublimità di una cattedrale fiocamente illuminata.
Non di solo pane, ma della fragranza delle rose, del profumo dei fiori d’arancio, dell’aroma del fieno appena tagliato, della stretta d’una mano amica, della tenerezza d’un bacio materno.
Non di solo pane, ma delle liriche dei poeti, del senno dei saggi, della bontà dei santi, delle biografie delle anime grandi.
Non di solo pane, ma di compagnia e di avventura, del desiderio insopprimibile di cercare, di scoprire, di servire e condividere, di amare e di essere amato.
L’uomo non vive di solo pane, ma dell’esser fedele nella preghiera, del seguire la guida dello Spirito Santo, dello scoprire e del fare la volontà amorosa di Dio: ora e in eterno. È quello che fece in maniera stupenda la creatura più stupenda: Maria, la Madre di Gesù e della Chiesa.
(Don Carlo De Ambrogio)
REGALI DI DIO
Una donna, il cui nome è taciuto, ha scritto le seguenti espressioni poetiche delicatissime, ispirandosi al canto del Magnificat. Queste righe di amore e di riconoscenza furono trovate fra le altre carte dopo la sua morte, avvenuta diversi anni fa (citazione di don Carlo).
Lui manda le belle giornate quando sono triste
e così non posso sentire tristezza in tanta meraviglia…
la nitida trasparenza dei suoi azzurri e dei suoi verdi
gli alberi sulla cima di un colle le sue mani sulla terra.
Io amo Dio.
Lui fa i miei bambini capricciosi e impertinenti e li fa litigare…
e poi li fa ridere e li riempie di gioia serena
rendendosi visibile nei loro lineamenti e nei loro occhi.
Sono così belli, allora, così stranamente simili agli angeli
che mi strappano le lacrime con il loro candore
con la loro dolcezza.
Lui ha dato alla perfezione forma di foglie e alla meraviglia forma di uccelli.
Lui fa spuntare nei boschi le tenere buffe pianticine che tanto mi commuovono.
Lui solleva le tremende, grandiose tempeste che travolgono urlando le sue creazioni…
le querce e i fiumi… e l’uomo.
E tutto per dirci che non possiamo fare a meno di lui, che lui è il Signore.
Io amo Dio.
Si prende cura di me come del piccolo mollusco
che trascina la sua complicata conchiglia su una piatta distesa di sabbia.
Così piccolo… tanto piccolo… Dio deve averlo amato molto per farlo così com’è.
Mi piace credere che ha amato me altrettanto, quando mi ha creato.
Mi ha dato tanti sentimenti tanto grandi e divini che non riesco a consumarli tutti
anche se penso che proprio questo lui vuole…
Mi ha fatto innamorare di una Madre,
la Madonna,
cui l’anima splende negli occhi
e che è tutta piena di grazia.
E per questo io amo Dio.
Mi ha regalato il sorriso
perché io lo regali a mia volta
e la felicità traboccante
perché la distribuisca intorno a me.
E me ne ha insegnato il valore
regalandomi la paura e lo spavento
e la malattia per rendermi forte.
Mi tiene per mano e io so che cosa è l’amore.
LIBERI… PER SERVIRE!
La guerra più dura è la guerra contro se stessi. Bisogna arrivare a disarmarsi.
Ho perseguito questa guerra per anni, ed è stata terribile.
Ma sono stato disarmato. Non ho più paura di niente, perché l’amore caccia il timore.
Sono disarmato della volontà di aver ragione, di giustificarmi squalificando gli altri.
Non sono più sulle difensive, gelosamente abbarbicato alle mie ricchezze.
Accolgo e condivido.
Non ci tengo particolarmente alle mie idee, ai miei progetti.
Se uno me ne presenta di migliori, o anche di non migliori, ma buoni, accetto senza rammaricarmene.
Ho rinunciato al comparativo. Ciò che è buono, vero e reale è sempre per me il migliore.
Ecco perché non ho più paura. Quando non si ha più nulla, non si ha più paura.
Se ci si disarma, se ci si spossessa, ci si apre al Dio-Uomo che fa nuove tutte le cose,
allora Egli cancella il cattivo passato e ci rende un tempo nuovo in cui tutto è possibile.
(Patriarca Atenagora I, citato da Don Carlo alle FMG – Santa Croce sull’Arno, 1979)
TI PARLO ALL’ORECCHIO
Vieni, mio Dio, che io ti parlo all’orecchio; non c’è che il tuo orecchio, o Dio, che sia capace di ascoltarmi… Tu vedi bene che c’è qualcosa di piccolissimo, o mio Dio, che ti guarda e che ha fede.
C’è in me una tale sete della tua Tenerezza e della tua Soavità e di tutto ciò che mi è stato raccontato della tua Misericordia! Guardami con il tuo Volto.
Guarda, o Padre, l’intimo del tuo bimbo. Ah, questo bimbo – tu dirai – questo piccolo bimbo è il bimbo della mia serva. Fammi un piccolo segno sulla fronte, così che i miei nemici abbiano paura.
Con te non si piange, con te si è contenti, si è consolati.
(Paul Claudel, citato da don Carlo nel commento al Salmo 85)
*
POCHE BRICIOLE DI PANE
È maggio: quanta tenerezza in questa primavera sbocciata! La “sento” nell’aria satura di profumi, la “vedo” nei fiori sugli altari di Dio, e con quanta fatica voglio tuttavia cantare ed essere felice!
Oggi ho gettato in alto tante piume, con la speranza che le rondini le prendessero per costruirsi il loro nido.
Io non posso offrire più nulla al Signore, le mie mani sono vuote, non ho che poche briciole di pane; ma anche qui nel mio letto sento tutta la tenerezza della primavera scaturita.
E a Dio offro tutti i fiori del mondo che sono sotto il suo sole sbocciati.
(Benedetta Bianchi Porro)
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LA TERRA SPERA SOTTO LA NEVE
A Benedetta Bianchi Porro piaceva citare spesso il seguente pensiero di Milosz che lei aveva fatto suo e che fotografava in pieno la sua difficile condizione esistenziale:
«Ora sono sola nel mezzo dei vivi, come il ramo nudo, il cui rumore secco fa paura al vento della sera. Ma il mio cuore è lieto come il nido che ognuno ricorda e come la terra che spera sotto la neve.
Perché ora so che tutte le cose stanno dove devono stare, e vanno dove devono andare: nel luogo assegnato da una Sapienza (il cielo ne sia lodato!) che non è la nostra».
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Madre, io sono tua figlia, ascoltami stasera. Ho sempre sognato una madre come te.
Tu sei tutta per noi. Hai preso un giorno la strada del sud per essere una di noi.
Andavi a prendere l’acqua come una di noi.
E quando Giuseppe non aveva lavoro forse hai sofferto la fame come noi…
Così comprendi quanto abbiamo bisogno di te.
(Preghiera di una donna musulmana a Lourdes).
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Io ti amo, o Gesù, per le folle umane che si rifugiano in te e che tu senti fremere, pregare e piangere quando si serrano contro il tuo Cuore.
Io ti amo come la Sorgente, il Termine e lo Sbocco finale del mondo. Gesù, dolce come un Cuore, ardente come una Forza, intimo come una Vita, Gesù in cui io posso fondermi, Gesù io ti amo.
(Teilhard de Chardin)
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TI BENEDICO
Benedetto sii tu, Signore, per questo mondo atomico in cui tu permetti, in un granello di polvere, di scoprire mille soli e che fin nelle ceneri di una sola goccia di petrolio permetti di intravedere la tua Creazione rinascere senza tregua in palpiti impercettibili.
Ti benedico per tutte le infinite stelle i cui bagliori giungono fino a me e mi portano il tuo messaggio di amore. Ti benedico come i Magi ti benedicevano per la loro unica stella.
(Preghiera di un adolescente)
Tutta la terra, se ha un cuore, lo faccia pulsare sul Cuore di Dio. Dite soltanto: tu sei buono, Signore, io spero in te; questo è sufficiente.
Guardate le mie dieci dita che senza alcun rumore nel raggio di sole suonano un’arpa invisibile dalle dieci corde. Ascoltate, uccelli canori, lo slancio che io do al mio canto: è il mio amore per Dio.
(Paul Claudel, citato da don Carlo nel commento al Salmo 32)*
FAR FIORIRE IL DOLORE
Nella tristezza della mia sordità e nella più buia delle mie solitudini ho cercato con la volontà di essere serene e far fiorire il mio dolore, e cerco con volontà umile di riuscire ad essere come Lui vuole: piccola, piccola come mi sento sinceramente, quando riesco a vedere la Sua interminabile grandezza, nella notte buia dei miei faticosi giorni.
Vorrei essere buona e remissiva, dolce e serena e riuscire completamente a dimenticarmi per ascoltare solo il miracolo della Sua luce.
Il Signore prenderà quel poco che so dargli e cercherà di aiutarmi a spogliarmi di tutte quelle cose che si ribellano al volere di Dio.
(Da una lettera di Benedetta Bianchi Porro)
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PREGHIERA DI UN SOLDATO
Sul cadavere di un soldato ucciso durante la guerra venne trovata questa preghiera:
Non ti ho ancora mai parlato;
adesso desidero dirti: come stai? Ascoltami, mio Dio.
Mi hanno detto che tu non esistevi
e come uno sciocco io ci credevo.
L’altra sera, dal fondo di una buca
scavata da un obice, ho visto il tuo cielo.
Di colpo ho capito che mi avevano detto una menzogna.
Io mi domando, o Dio,
se tu accetterai di stringermi la mano; eppure sento che tu mi stai comprendendo.
È curioso che mi sia stato necessario venire in questo posto infernale per avere il tempo di vedere il tuo volto.
Io ti amo immensamente; ecco ciò che io voglio che tu sappia.
Chi lo sa? Può darsi che io giunga a te questa sera stessa.
Noi non siamo mai stati amici finora
e io mi domando, o mio Dio,
se tu mi attenderai alla porta.
Ecco: sono qui che piango. Verso lacrime.
Ah, se ti avessi conosciuto prima!
Adesso bisogna che io parta.
È strano: ma da quando ti ho incontrato non ho più paura della morte. Arrivederci…».
MADRE PURISSIMA
Madre purissima, che ottenesti da Gesù di cambiare l’acqua in vino, rendi i nostri cuori simili a quelle gocce di pioggia intinte di cielo che scorrono sulle foglie senza aderirvi e senza portarvi alcun pulviscolo: rendili simili alle rose che conservano fino alla morte, nonostante il sole rovente, un calice protetto da un’ombra perenne; simili alle ninfee che sanno vivere nella palude senza che il fango macchi il loro biancore.
(Francis Fammes)
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PREGHIERA DI UNA CLAUSTRALE PER IL MONDO
Santa Vergine Maria, la mia preghiera dinanzi a te è anzitutto lode; è meraviglia perché tu sei stupendamente bella. Instancabilmente mi piace cantarti; so che per saziare la mia gioia occorre tutta l’eternità.
Signora del silenzio, tu hai ascoltato la Parola. Ma come ascoltarla in questo secolo di rumori? Questi rumori umani prendili nel tuo silenzio e fanne melodia.
Signora delle profondità, tu hai conservato ogni cosa nel tuo cuore. Questo mondo è troppo frivolo, futile, agitato. Conservalo nel tuo cuore, ha bisogno di pace.
Signora della solitudine, tu sei anche la Madonna dell’incontro. In questo deserto di una società di consumi, in questo deserto di nevrosi, sii tu un’oasi, sii una sorgente, sii per ciascuno il fiore unico al mondo: la rosa dell’amore.
Signora della gioia, tu sai piangere e soffrire; tu hai conosciuto la tristezza, l’angoscia e l’agonia. Raccogli tutte le lacrime di questo mondo tanto duro e ostile; fanne un oceano, una sorgente di acqua pura.
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PREGHIERA DELLE BEATITUDINI
Beati quelli che tu inviti, o Signore, al Cenacolo del Regno! Signore Gesù che hai detto: “Beati i poveri, perché di essi è il Regno dei cieli”, donaci lo spirito di povertà e di umiltà. Signore Gesù che hai detto: “Beati quelli che piangono, perché saranno consolati”, insegnaci a condividere le lacrime dei fratelli. Signore Gesù, che hai detto: “Beati i miti, perché possederanno la terra”, dacci un cuore dolce e umile come il tuo. Signore Gesù che hai detto: “Beati quelli che hanno fame e sete, perché saranno saziati”, donaci un’anima assetata di giustizia e di amore. Signore Gesù che hai detto: “Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia”, apri i nostri cuori all’amore dei fratelli. Signore Gesù che hai detto: “Beati i cuori puri, perché vedranno Dio”, illumina i nostri occhi con la tua luce e rendici veri figli dell’Immacolata, tua Mamma e Madre della Chiesa.*
*
PER LA SERENITA’ D’ANIMO
Rallenta la mia corsa, Signore! Calma il battito del mio cuore acquetando la mia mente. Trattieni il mio passo frettoloso con la visione dell’eternità. Dammi, in mezzo alla confusione della mia giornata, la pace dei monti sempiterni. Aiutami ad affondare le radici nel terreno dei valori durevoli della vita. così che io possa crescere verso le stelle del mio più grande destino.
(Ignoto)
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PADRE, TU SEI AMORE
“Padre, — scrisse Peter Lippert in una lunga lettera a Dio — nel tuo Figlio è venuto a noi il tuo amore: l’amore simile al miele, di cui anche una minima stilla ci sazia, quasi avessimo goduto di te stesso. La stilla è così piccola che quasi non la vediamo.
O Padre, il tuo amore! Tu possiedi una forza creatrice. Puoi trarre dal nulla tutto il mondo; il tuo caldo soffio fa fiorire improvvisamente l’essere nel deserto del nulla. Sei Dio perché puoi creare; e puoi creare solo perché sei Dio, perché sei grande e buono abbastanza da voler affermare cosa diversa da te. Per questo tu sei Dio; la capacità di amare è la tua essenza.
L’amore, che rende simili a Dio, tu lo concedi a tutti coloro che sono in grado di accoglierlo. Quanto più un essere è lontano da te, tanto più è ridotto lo slancio del suo amore. Quanto più un essere è vicino a te, tanto più diventa caldo, radioso, grande, potente, creatore”.
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IL NOME NUOVO DI MARIA
Tagore, poeta indiano, faceva parlare così quella creatura sublime che è la Madre di Gesù e Mamma nostra:
Improvvisa la finestra della mia anima si è aperta verso di Te, o Signore. Dimentica di tutto il mio lavoro, nella dolce luce del mattino, guardai, guardai! Scoprii che tu avevi scritto su tutti i fiori e su tutte le foglie della primavera il mio nome, il nome col quale tu mi chiami amorosamente.Tutto il creato parla di Gesù e di Maria, entrambi “pieni di grazia”. “Sia gioia a Te, o piena di grazia”.
(don Carlo De Ambrogio)
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PRENDITI TUTTO, SIGNORE!
Signore, ti porto quello che sono, quello che faccio di buono e quello che faccio di male. Quello che sono e quello che rifiuto di essere. Prenditi tutto, non voglio fare conti con Te. Mi piace la luce ma guardo alle tenebre, mi piace il giorno ma vivo nella notte. Allora il mio cuore soffoca, come se si fermasse, pertanto richiamo alle mie orecchie i beni che tu mi hai donato… guardo sfilare davanti ai miei occhi le meraviglie che tu hai creato; senza sosta tendo le mani per afferrare il tuo amore affrettati Signore! Aspetto al mattino che tu conduca i miei passi sulla terra degli uomini; non abbassare gli occhi se no inciampo; mi alzo sulla punta dei piedi per camminare sulla strada; come il maestro al bambino, spiegami nei dettagli come fare la tua volontà. Sono tuo, fa’ che io viva come esige il tuo amore. Io sono tuo: togli ciò che arresta la mia corsa. Sono tuo, Signore.*
*
*
LETTERE D’AMORE!
Io, ogni giorno, trovo lettere di Dio
lasciate cadere nella strada:
tutte sono firmate da Dio.
Un’aiuola di fiori con l’erba pettinata
è un fazzoletto profumato,
con le iniziali di Dio scritte in un angolo,
che Dio ha lasciato cadere intenzionalmente
perché ci si ricordi di Lui.
(Walt Whitman, poeta americano)
*
GLI OCCHI DI MARIA
(dal vangelo di san Luca 10,38-42)
Signore Gesù, abbi pietà di me.
Come Marta,
io mi sono agitato tutto il giorno.
Permettimi adesso, come Maria,
di sedermi ai tuoi piedi
soltanto per guardarti.
*
(dal libro del profeta Amos 8,11)
Così parla il Signore: «Ecco venire dei giorni in cui manderò la fame nel paese, non una fame di pane né una sete d’acqua, ma di ascolto della Parola di Dio».
Vedi, o Signore, la nostra miseria:
abbiamo mangiato il pane amaro delle nostre illusioni, senza mai saziarci.
E abbiamo bevuto l’acqua dei nostri pozzi, senza mai dissetarci.
Ma adesso non vogliamo altro che la tua sola Parola, il tuo Figlio Gesù Cristo,
il Figlio di Maria, Pane di vita eterna.