Stelle negli occhi e luce nel cuore
Giovanni Mosca ha scritto un libro delizioso che gira per le scuole medie: Ricordi di scuola. Vi riferisce un episodio di quando faceva la prima elementare.
Una sera la mamma lo condusse a casa di una signora amica. Nel giardino trovò altri bimbi. Mentre le mamme si erano raccolte nel salotto dell’amica e chiacchieravano, i bimbi giocavano nel giardino. Intanto scese il buio. Erano seduti lui, Nanni e Maria. A un tratto Maria disse:
– Avresti paura a rimanere qui di notte? Ecco una stella, la vedi?
E lui: – Chi le accende?
– Dio! Una compagna mi ha detto che una volta è salita su una montagna alta dove si possono toccare.
E lui: – Non brucia?
– No! perché non è come la luce delle candele. Se io guardo le stelle e tu mi guardi gli occhi, le vedi egualmente.
Alzò il capo e guardò le stelle.
– Guardami gli occhi.
Si vedeva un luccichio dentro.
– Anche nei miei occhi si vedono? – chiesi.
Maria mi guardò gli occhi.
– Tante – disse. – Se li chiudi spariscono.
– Allora rimaniamo così tanto tempo a occhi aperti; ce li riempiamo di stelle.
E cominciammo a guardarle tenendoci per mano, fissi. E anche il cuore si riempiva di luce, di una luce che invano da grandi si cerca.
Ma l’incanto finì perché:
– Maria, Nanni, dove siete? È tardi.
Vennero le mamme:
– Avete le mani fredde. A casa, a casa.
Una mamma ci trascinò uno da una parte, una dall’altra, e nessuna si accorse, nessuna capì che avevamo tante stelle negli occhi e tanta luce nel cuore!